Un pacchetto di decreti del ministero delle Imprese e del made in Italy ha sbloccato 80 milioni di euro di incentivi per gli impianti di ricarica domestici per le auto elettriche.
I contributi previsti sono pari all’80% del prezzo di acquisto e posa delle infrastrutture di ricarica, come colonnine e dispositivi a parete (wall box).
Le domande di concessione ed erogazione devono essere compilate esclusivamente in forma elettronica, utilizzando la piattaforma informatica disponibile on line.
I soggetti richiedenti devono possedere un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).
Il limite massimo del contributo è di 1.500 euro per gli utenti privati e di 8mila euro in caso di installazione sulle parti comuni degli edifici condominiali. Per il 2022 infatti vale l’acquisto e la relativa posa in opera, a regola d’arte, a partire dal 4 ottobre 2022 e fino al 31 dicembre, mentre per il 2023 è considerato l’intero anno.
Oltre alle spese per l’acquisto e la messa in opera dell’infrastruttura di ricarica, sono ammissibili le spese di progettazione, direzioni lavori, sicurezza e collaudi e i costi per la connessione alla rete elettrica. Sono esclusi quelli per terreni e immobili, per autorizzazioni varie e per imposte e tasse. Le colonnine o le wall box devono essere nuove di fabbrica, di potenza standard, collocate in aree nella piena disponibilità del beneficiario. Devono essere di esclusivo uso privato nel caso di persone fisiche e di esclusivo utilizzo dei condòmini se l’incentivo è per parti comuni degli edifici condominiali.
Ogni soggetto potrà presentare una sola istanza, ci sarà una valutazione a sportello con comunicazione del momento in cui finiscono le risorse disponibili e a quel punto l’ammissione all’istruttoria avverrà secondo l’ordine cronologico di presentazione. Avvantaggiato dunque chi sarà più veloce a completare la procedura. Il sistema informatico richiederà di allegare una serie di documenti. Ad esempio, gli estratti del conto corrente usato per pagare le fatture, la certificazione di conformità rilasciata da un installatore e, nel caso di condomini, la delibera assembleare di autorizzazione dei lavori sulle parti comuni. Per ogni domanda presentata, il sistema verificherà che non ci siano altre istanze allo stesso nome e la disponibilità effettiva delle risorse e solo dopo rilascerà una ricevuta di registrazione. Entro 90 giorni dalla data di chiusura dello sportello, il ministero emanerà il decreto di concessione ed erogazione in base all’ordine cronologico di ricezione.